“Siamo un paese ospitale, amiamo la vita e non ci appartengono gli stereotipi dei media” con queste e con molte altre parole, le comunità nigeriane si sono espresse sul tema della narrazione che viene compiuta nei confronti dei suoi cittadini, durante l’incontro che si è svolto il 23 giugno al Teatro Rossini di Roma. L’appuntamento, unico nel suo genere, ha visto uno sforzo congiunto di più organizzazioni italiane e nigeriane con la precisa volontà di dare una volta per tutte il giusto valore a chi abita e lavora nel nostro Paese.
Durante l’incontro, intitolato “The Nigeria Day. La centralità della cooperazione internazionale”, la comunità – che in Italia conta circa 100mila abitanti – è uscita allo scoperto, raccontando i tanti punti di forza che la caratterizza.
Durante l’evento, tra gli altri ospiti sono intervenuti, H.E.Mfawa Omini Abam, ambasciatore della Nigeria in Italia, il senatore Tony Iwobi, Giuseppe Mistretta, dirigente del Ministero Affari Esteri, e Sivio Biagio, dirigente dell’Ufficio Stranieri di Milano, personalità che con le loro parole hanno riportato al centro del dibattito il ruolo della Nigeria e dei nigeriani, a livello nazionale e internazionale, celebrando i traguardi che troppo raramente vengono ricordati, del Paese più popoloso dell’Africa.
“Della Nigeria in Italia cosa sappiamo? Troppo poco. E’ bene ricordare che dalla Nigeria proviene il premio Nobel per la letteratura Wole Soyinka e molto altro, come la diffusione del genere Afrobeat in ambito musicale, e possiamo dimenticare l’industria cinematografica di Nollywood? Straordinaria sia per i numeri che per i contenuti: la terza nel mondo dopo Hollywood e Bollywood” ha sottolineato Stella Maris, esponente della comunità.
L’incontro è stato l’occasione per istituire un importante appuntamento che coinvolgerà tutte le comunità nigeriane a livello nazionale. Rowland A. Ndukuba, presidente di Nunai (National Union of Nigerian Association) ha dichiarato: “Il 23 giugno si celebrerà tutti gli anni in Italia la Giornata Nazionale della Nigeria, un momento per dare il giusto valore al nostro popolo e alla Nigeria”.
L’auspicio, dunque, è che questo evento sia stato l’apripista per prevedere sempre più forme di integrazione culturale in un’Italia che ha bisogno di pensare all’Africa non come continente unico, bensì come melting-pot di culture.
Del resto, secondo i dati diffusi dal Sole 24 Ore e condivisi per l’occasione dal senatore Tony Iwobi, gli immigrati in Italia generano il 9 per cento del Prodotto Interno Lordo, sono coloro che in futuro sosterranno il costo delle pensioni degli anziani e che oggi arginano la tendenza al calo delle nascite, ormai ai minimi storici del nostro Paese.
Tanta utili informazioni necessarie per sperare in un futuro sostenibile per la nostra economia e anche per andare contro il muro dello stigma sociale, alla scoperta di una nazione che ha voglia di farsi conoscere e di sedimentare nelle coscienze altrui tutta la ricchezza culturale di cui è dotata.
Idea che avalla il progetto di Connect, avviato nell’agosto 2021, “Nigeria, punto e a capo”: una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giornalisti per chiedere di sovvertire la narrazione quando si tratta di una notizia di cronaca che il più delle volte addita i nigeriani come criminali.
La voce dei nigeriani in Italia
Doris Okafor, vice-presidente della Comunità Nigeriana a Bologna, è intervenuta per Connect e ha detto, parlando dell’evento: “Oggi è una giornata speciale per tutti i nigeriani in Italia, perché vogliamo avere una voce per tutti i nigeriani che sono qua in Italia, promuovere la pace, cercare d’ integrarli, aiutarli camminando insieme, supportarli e sistemarli in questo Paese”.