Ha truccato Chiara Ferragni e Achille Lauro, partecipato al Festival di Venezia in qualità di make up artist e collaborato al celeberrimo blog Cliomakeup; infine è arrivata la Fashion Week di Milano e alcuni dei marchi più noti nel settore skincare, come Clinique e L’Oréal Paris. È il nutrito curriculum di Abbia Maswi, 33 anni; approdata sui social per raccontare la sua esperienza afro-italiana, nel tempo ha costruito uno spazio dedicato alla passione per il trucco. Un’ulteriore conferma è arrivata dal programma Missione Beauty, andato in onda nel 2021 su Rai2, dove Abbia si è classificata prima.
Questa storia è molto più di una semplice narrazione sul successo nel mondo del make-up. È un racconto di determinazione e amore per la diversità. Attraverso la professione la giovane, diventata da poco mamma, continua a ispirare e a trasformare vite. Vuole dimostrare che la vera bellezza risiede nella capacità di accettare e celebrare ciò che ci rende unici.
Ma il percorso di questa professionista non è stato sempre lineare. Italiana di seconda generazione, Abbia è arrivata ad Ascoli Piceno dalla Tanzania a 3 anni. “Mia madre decise di venire in Italia per motivi di studio. All’inizio eravamo solo noi 2, poi ci raggiunsero mio padre e mio fratello. A 6 anni tuttavia tornai per 1 anno in Tanzania. La mia famiglia voleva tutelarmi in qualche modo dal contesto subdolo e razzista da cui eravamo circondati. Forse perché eravamo la prima famiglia nera ad Ascoli. Poi mi stabilii definitivamente in Italia”, racconta la ragazza che all’inizio ha vissuto nella casa della famiglia in cui la mamma lavorava come governante.
“Non potevo mangiare le stesse cose degli altri bambini. Dovevo essere invisibile, non potevo salutare”, spiega Abbia. Oggi sente di appartenere a entrambi i Paesi, tant’è che non ha la cittadinanza italiana per scelta. “Sono italiana, ho sposato un cittadino italiano, ma sono anche tanzaniana. A volte mi mancano la solarità e i ritmi lenti del mio Paese di nascita. A mio figlio parlo sia in italiano che nella lingua della mia terra, lo swahili. E mi piace, ad esempio durante le festività, che si creino delle situazioni fusion in cui vige una perfetta commistione di elementi tra usanze italiane e tanzaniane”, aggiunge.
Oggi da San Benedetto del Tronto porta avanti i suoi progetti. Le è sempre piaciuto disegnare e truccare, ma non pensava che potesse diventare una professione. Poi si è verificato un vuoto sul mercato dovuto all’assenza di prodotti adatti alla sua pelle e soprattutto alla mancanza di tecniche che valorizzassero gli incarnati scuri. Così sul suo canale social ha iniziato a mostrare cosa sapeva fare e di lì un percorso in discesa che l’ha portata a conseguire il diploma di Visagista-Truccatrice.
Dopo ha iniziato anche lei a tenere dei corsi mirati a insegnare il trattamento delle pelli nere che tendono a essere private della luce. “Si usano colori sgargianti per le dark skin quando bisognerebbe far capire che si può fare un trucco naturale anche su pelli scure. E pensare che spesso ero io stessa vittima di uno stereotipo estetico, perché mi veniva detto che non avevo bisogno di truccarmi, proprio per il colore della mia pelle”, confessa Abbia che oggi attraverso il suo hashtag #focusdarkonskin e il lancio di una linea di prodotti tutta sua promuove una bellezza trasversale e inclusiva.
Articolo di Veronica Otranto Godano