African stories: Lucien, studente modello all’Università di Bari
Quando sei nato in una delle parti povere del mondo, andare a scuola può sembrare un miraggio. Quando non riesci ad andare a scuola, l’unica cosa da fare è attraversare il mare e sperare di vedere terra al più presto. Lucien Cris Haba è uno dei fortunati, uno di quelli a cui il Mediterraneo ha regalato una seconda vita seppur lontano dagli affetti (non vede la sua famiglia da 5 anni). Lungi dal voler entrare nel merito della questione politica e dei giri immensi che certi migranti devono affrontare prima di sbarcare, c’è solo da sottolineare come la sua voce identifichi il bisogno di un continente che deve sentirsi libero di scegliere e le cui necessità reali troppo spesso sono minimizzate.
Africa stories: Lucien, studente modello all’Università di Bari. Le sue dichiarazioni
“I migranti non vengono in Italia in vacanza. Gli italiani dovrebbero riflettere ancora di più sul fatto che si fugge mossi dalla disperazione per la guerra, per le lotte interne. Si cerca di andare verso un sogno che il più delle volte corrisponde ad avere semplicemente una vita tranquilla”, ci racconta questo ventunenne, in realtà molto più adulto per le esperienze trascorse. L’avvilimento di chi sale su un gommone non sempre è comprensibile da chi vive la quotidianità e la stessa esistenza secondo un ciclo di tappe che devono essere rispettate. I migranti sopravvivono. E poi, forse, vivono se non piombano nel girone della tratta degli esseri umani.
La storia di un giovane resiliente
Lucien è arrivato, da solo, a Bari nel 2017. A Conakry, capitale della Guinea, ha lasciato i genitori, 3 sorelle e 1 fratello. Si trova bene in Italia, nonostante faccia fatica ad accettare le lungaggini burocratiche per rinnovare documenti quali il passaporto e il permesso di soggiorno. Un giovane umile e con una forza di volontà indomabile, se si pensa che studia Scienze Politiche presso l’’Università del capoluogo pugliese, vive da solo, lavora in un bar e contemporaneamente è impiegato in altre attività per potersi mantenere. Collabora, infatti, anche come interprete, mediatore e modello. Sui social è molto seguito e si batte pure per le cause sociali. Ad esempio, partecipa con la Cgil quando c’è da prendere parte a iniziative legate all’immigrazione e nel 2020 ha organizzato, assieme ad altri migranti, il sit in di protesta Black Lives Matter.
I progetti per il futuro
In Italia Lucien si è diplomato, grazie all’interesse della famiglia italiana che lo ha accolto partecipando a un progetto del comune dal nome “Famiglie senza confini”. “Non è facile per me conciliare ora università e lavoro, ma so che ce la posso fare. Il mio desiderio più grande è rappresentare un esempio per gli altri con la mia storia. Voglio difendere i diritti di tutti, il diritto a una vita degna di essere vissuta. Mi piacerebbe realizzarmi professionalmente per consentire ai miei genitori di raggiungermi in Italia”, spiega il ragazzo che parla italiano, francese, inglese e la lingua africana diffusa in Guinea.
Lucien parla sui social agli adulti, africani e non, e a suoi coetanei della generazioneZ condividendo video in cui sviscera il tema dell’immigrazione e dei diritti umani. Gli manca la Guinea, ma dalla sua voce ottimista e riflessiva si capisce che si sia innamorato dell’Italia. E speriamo che questo sentimento sia ricambiato.
Veronica Otranto Godano