In una regione storicamente incline alle destre e con velleità secessioniste spicca il comune di #Verona dove una figura incarna lo spirito dell’integrazione e del cambiamento. Veronica Atitsogbe, attuale vicepresidente del Consiglio comunale di Verona, rappresenta non solo la voce della nuova generazione italiana, ma anche un legame vivente tra Italia e #Africa.
Veronica è la prima italiana di seconda generazione ad essere stata eletta nel comune scaligero. Un’investitura simbolica e fortemente pragmatica visti i programmi della giovane. Essi si basano su tre linee direttrici: inclusione, integrazione e cittadinanza. Infatti, in quest’ultimo caso, è Veronica che si occupa una volta alla settimana dei giuramenti per la sua acquisizione. Secondo la consigliera, tale procedura “non toglie diritto a nessuno e rafforza la coesione sociale nonostante una legge del ’92 che utilizza criteri discriminatori e che andrebbe, pertanto, cambiata”.
Nata a Verona da genitori originari del Togo, si è laureata in Studi Internazionali nel 2016 all’Università di Trento e in Governance dell’emergenza nel 2020 all’Università di Verona. Oggi lavora in banca. Per lei l’acquisizione della #cittadinanza è stato un percorso semplice, ma continua a battersi per chi non riesce a ottenere quel riconoscimento civile. Oltre a ciò, troviamo anche le battaglie sul diritto alla casa. Che sia la vocazione turistica del luogo o una certa diffidenza nei confronti degli estranei, cercare un’abitazione a Verona potrebbe essere arduo. Per valutare gli inquilini non contano gli stipendi o le qualifiche: se sei straniero, sei inaffidabile e basta; se hai figli potrebbero essere un intralcio; se sei disabile, peggio ancora. Insomma, una mission impossible che Veronica sta cercando di risolvere passo dopo passo.
D’altronde, il suo #attivismo sociale affonda le radici nell’associazione Afroveronesi, da lei co-fondata e di cui si è occupata per diversi anni. Una realtà che crea socializzazione e valorizzazione culturale tra ragazze e ragazzi provenienti dall’Africa.
Quanto alla sua famiglia, sin da piccola, ha vissuto immersa in 2 culture: quella italiana, che l’ha vista crescere, e quella africana, che le ha trasmesso valori e tradizioni profonde. “Sono stata 4 volte in Togo dove ho una parentela molto ampia. Il mio carattere caloroso e inclusivo lo devo sicuramente al Togo”, racconta. Questa duplice appartenenza ha rappresentato per lei una fonte di arricchimento e ispirazione, alimentando il desiderio di lavorare per una società più inclusiva.
Veronica è diventata un modello per molti giovani, anche per chi non è di origine africana. La sua storia dimostra che determinazione e impegno possono abbattere le barriere e portare a traguardi importanti. La sua presenza in un ruolo istituzionale di rilievo dimostra che le nuove generazioni possono portare un contributo significativo alla vita pubblica del Paese. La sua voce, nel Consiglio Comunale di Verona, è un richiamo all’unità e alla collaborazione, un invito a costruire insieme un futuro migliore.
Articolo di Veronica Otranto Godano