La Corte Internazionale di Giustizia, in una sentenza pronunciata il 26 gennaio 2024, all’ Aja, nei Paesi Bassi, ha ritenuto plausibile che nella striscia di Gaza sia in corso un genocidio e ha ordinato al governo israeliano di “prendere tutte le misure possibili per prevenire condotte di genocidio”. Inoltre Israele, secondo le indicazioni, dovrà “adottare misure urgenti per garantire la consegna degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza”.
Tra gli altri ordini – tutti passati con votazioni quasi unanimi – vi sono il prevenire e punire istigazioni al genocidio e assicurarsi che l’ esercito non compia massacri. Entro un mese dovrà essere inviato un report sull’ esecuzione delle misure ordinate dalla sentenza. Le sentenze della Cig sono definitive e giuridicamente vincolanti. Tuttavia la Corte non ha strumenti per farle rispettare. Il Sudafrica ha potuto denunciare Israele perché entrambi i paesi hanno ratificato la Convenzione sul genocidio, firmata nel 1948 sulla scia dell’Olocausto. La presidente della CIG, Joan Donoghue, ha dichiarato che la Corte ha giurisdizione a giudicare sull’accusa.
Nei giorni successivi la sentenza, Stati Uniti, Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Olanda, Finlandia e Germania hanno sospeso il trasferimento di fondi UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi, motivando la sospensione con le accuse di un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre. Interrompere i finanziamenti all’Unrwa vuol dire rischiare di soffocare ulteriormente un popolo che sta già vivendo una catastrofe umanitaria senza precedenti.